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archivio Art & Wine - foto Max Giannotta
Castello di Serralunga d'Alba

Slanciato e maestoso, domina uno dei borghi più belli e intatti di Langa, circondato dalle colline dei grandi vini. Considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliare trecentesco del Piemonte, rappresenta un unicum in Italia. La roccaforte che svetta verso il cielo ha infatti la struttura architettonica di un donjon francese.

La sua costruzione è fatta risalire agli anni tra il 1340 – anno in cui la famiglia Falletti riceve il feudo quale ricompensa per il proprio impegno militare – e il 1357, al cui febbraio risale un documento che registra una vendita effettuata in una sala del castello.

Le circostanze di aver subito rari rimaneggiamenti, di non essere stato oggetto di fatti militari importanti e di non essere mai stato trasformato ce lo hanno consegnato inalterato nella sua struttura originale di roccaforte medioevale.

Più che un ruolo militare, però, l’edificio svolge nei secoli una funzione di controllo sulle attività produttive del territorio, come dimostra la sua la sua verticalità, tesa a sottolineare in questo modo il prestigio della famiglia Falletti.

Il castello, già a fine Trecento, presenta il palacium, l’edificio principale compatto e allungato, costituito da ampie sale sovrapposte con funzioni abitative e di rappresentanza; la torre cilindrica e la torre pensile, con finalità di avvistamento ma soprattutto status symbol; la torre a base quadrata; la corte, posta fra il palacium e la torre quadrata, caratterizzata dal ponte levatoio.

Nel palacium l’ampio ambiente al livello della corte svolge la funzione di aula pubblica: il signore vi amministra la giustizia. La sala è caratterizzata dal soffitto a cassettoni e dalla piccola cappella votiva, che presenta affreschi attribuibili al XV secolo. Il piano superiore assolve invece alla funzione residenziale, con i tre camini e la latrina ricavata in spessore di muro. Al terzo piano il cammino di ronda, inizialmente aperto e protetto dai merli, viene successivamente coperto dal tetto.

Dalle finestre del’edificio è possibile godere di una vista spettacolare su tutta la Langa fino all’arco alpino, un panorama che toglie il fiato specie nelle giornate più terse.

Dal 1949 il castello è proprietà dello Stato, che lo acquista dall’Opera Pia Barolo, l’ente istituito per volontà testamentaria da Juliette Colbert, moglie di Carlo Tancredi ed ultima marchesa Falletti di Barolo, qui più nota come Giulia. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento pare che la cura del castello da parte dell’Opera Pia sia subordinata all’attenzione per le prestazioni produttive delle cascine del territorio: il castello è in questi anni utilizzato soprattutto quale deposito di prodotti agricoli. Nell’immediato dopoguerra il castello è posto in vendita ed acquistato dallo Stato. È tuttora bene statale, affidato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte.

La gestione è oggi affidata alla Barolo & Castles Foundation, aggiudicataria – in raggruppamento con il Comitato per la Valorizzazione dei Castelli delle Langhe e del Roero – del bando emesso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte.

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